“Davanti all’Altare della Patria, si inginocchia, tutti si inginocchiano.
Ora il dittatore è il Milite Ignoto.
Guardo con apprensione la tomba semplice e severa.
Sento che sta per aprirsi, prevedo una resurrezione.
Dopo alcuni minuti di raccoglimento, Mussolini si alza, ispirato.
E nel momento in cui lui si alza, la mia anima mi dice, persuasa e convinta, che la tomba ora è vuota.”
Era il 1923, quando Ferro, cronista portoghese dell’epoca, descriveva in una sua cronaca l’atto di genuflessione alla Patria, quella Patria, oggi, insultata da un’orda iconoclasta e balorda.
Dis-onorevoli inginocchiati a Montecitorio mettono in scena una commedia da Grand Guignol allo strillo “Non respiro!”, in onore di un afroamericano deceduto oltre oceano. Otto minuti e quarantasei secondi, tanto è durato lo squallido spettacolo che Laura Boldrini e una claque di Dem hanno recitato, scambiando, evidentemente, il pavimento della Camera per il sacro suolo del Vittoriano.
Al di là della tragedia umana, rendere onore ad un criminale comune, elevandolo al rango di eroe, è una bestemmia che chiede vendetta al cielo! Il Milite, che sacrificò la gioventù a Vittorio Veneto, si rivolta nella tomba: l’offesa alla Patria, al tricolore, è intollerabile.
La storia di George Floyd è ormai nota e non è questo il luogo in cui spendere altre parole a riguardo, ma sorgono, dopo le sceneggiate, i vandalismi, le razzie in molte città del mondo, domande che pretendono risposte. Chi tira le file del House Nigger di turno – il “negro da cortile”, come usano apostrofare gli afroamericani – a servizio di un nuovo potere mondiale?
Chi ha interesse a fomentare il disordine, inneggiando alla guerra razziale, emulando quel “Death to pigs”, con cui Manson iniziò il suo “Helter Skelter” a Cielo Drive?
L’Atlantico è diventato un mare stretto, il Mediterraneo è una pozza attraversata, con troppa facilità, da eserciti di sobillatori al soldo del Nuovo Ordine Mondiale. Le truppe di Black Block e Antifa marciano incessantemente, fomentando e strumentalizzando l’odio razziale, perché il Novus Ordo Seclorum raggiunga il suo scopo.
Dita ossute di nuovi “sacerdoti” si allungano sul globo terrestre, spremendone la linfa vitale; maestri massoni muovono pedine giocando una partita a “Risiko”. Apriamo gli occhi: questo non è un gioco da tavolo! Non lo è, come non è uno scherzo di cattivo gusto o, piuttosto, un’illazione, affermare che in Italia esiste una forma di razzismo.
Nel bel paese il razzismo esiste eccome, ma nei confronti degli italiani! Essere italiano, al giorno d’oggi, è una colpa, una macchia indelebile, un marchio di ignominia.
Sono parole che indignano, che evocano una rabbia repressa, pronta ad esplodere. Lo Stato, il Governo, il Parlamento e la sua schiera di lacchè, spingono il popolo sull’orlo del baratro, costringendolo a scegliere tra saltare nel vuoto, o voltarsi indietro e reagire. Il Nuovo Ordine Mondiale ha scelto lo stivale come rifugio peccatorum d’Europa, su cui riversare i mali che affliggono il vecchio continente, facendo pagare all’Italia quei “peccati coloniali” per cui alcuni Stati Membri non hanno trovato assoluzione.
Siamo il bersaglio da colpire con ogni mezzo, avallato dal Governo farsa e dallo Stato colluso. Imbavagliati, immobilizzati, siamo costretti a subire ogni sorta di torto, veicolato come dovere verso… Verso chi?
Perché i nostri porti devono essere i soli aperti al servizio delle ONG finanziate da Soros, alla mercé dei soldatini sul libro paga del filantropo squalo? Perchè dobbiamo rispettare norme che altri possono allegramente violare o, addirittura, ignorare? Perchè dobbiamo essere perseguiti, quando altri si dimostrano intoccabili?
Se mio padre fosse ancora vivo, mi direbbe di lasciar perdere, che non vale la pena; se mio padre fosse vivo, ora, gli mostrerei quanto un figlio sprovveduto può essere coraggioso, incosciente, seppur coscienzioso, ardito e mai domo.
È ora di alzare il capo, di camminare a testa alta; è ora di mostrare i denti, pronti a mordere per non essere presi a calci o bastonati gratuitamente. Ci fu un tempo in cui le parole “Il senato e il popolo di Roma” avevano un senso, un peso. È tempo di far valere quelle parole che, badate bene, non è revanscismo fascista, bensì un atto d’amore verso la Patria.
Un altro afroamericano disse: “Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò e andò ad aprire e vide che non c’era nessuno.”
Italiano alza le terga dalla poltrona, marcia fiero e combatti per te, per tuo padre, per tuo figlio. Opponiti alle sceneggiate senza senso, alle proteste manovrate in cui infiltrati organizzati eseguono ordini.
Black Block e Antifa sono le cellule dormienti, al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. In diversi contesti nazionali e internazionali, i mercenari entrano in gioco, spostando l’ago della bilancia da un lato all’altro. L’azione è subdola, classica della logica dello spionaggio e del controspionaggio. Si ergono a paladini anti-globalizzazione, agendo per ottenere l’esatto contrario, come accadde al G8 di Genova; fomentano l’odio razziale e di casta, contro lo schiavismo e la condizione degli africani nel mondo, ma sotto divisa e maschera nera, nascondono saio e cappuccio bianco in stile Ku Klux Klan. Nelle torbide fila si muovono infiltrati d’ogni sorta, da delinquenti comuni a terroristi, da soldati prezzolati ad agenti di polizia.
Quando l’ululato di un solo lupo si leva sopra il belare delle pecore, gli sciacalli accorrono.
Il caso George Floyd è stato chiaramente strumentalizzato per destabilizzare l’ordine, piegare poteri che ancora resistono al Novus Ordo Seclorum. Altri casi seguiranno…
È in atto un tentativo massivo di riscrittura dell’ordine mondiale, in cui attori e comparse recitano parti di una sceneggiatura, di un copione. Dittatori globalisti tramano, agiscono contro l’autodeterminazione dei popoli che, non pare un caso, fu usata proprio contro l’Italia a Versailles, vanificando il sacrificio della nostra migliore gioventù a Vittorio Veneto.
I nomi rimbalzano ormai da tempo sulla bocca di tutti: Gates, Soros, Rothschild, Rockfeller e gli amici Clinton, Obama, Merkel, Conte…
Sono italiano e fiero di esserlo. Non mi inginocchio per nessuno, razza e colore non fanno differenza, poiché la genuflessione è un atto sacro, non sacrilego, che pretende un altare, un sacrificio, un Dio! Non è tempo per consumarsi le ginocchia e adeguarsi, è tempo di marciare per non marcire.