“Ricordare i nostri morti significa riflettere, seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere”.
Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti al Cimitero Monumentale di Bergamo, prima della Messa di Requiem in ricordo delle vittime del coronavirus, in quella che è stata la provincia più martoriata per numero di morti e per errori e carenze imputate al sistema sanitario lombardo, con particolare riguardo all’ospedale di Alzano Lombardo.
Le solite soporifere celebrazioni che accompagnano le uscite pubbliche di un Presidente non esattamente famigerato per energia e vitalità sono state rovinate dalla contestazione dei militanti di Roccaforte Bergamo – comunità militante aderente a La Rete, il network che sta aggregando comunità militanti e costituendo nuovi nuclei in tutta Italia – che hanno chiesto a nome di tutta la cittadinanza bergamasca “Verità e Giustizia” per le vittime del Covid-19.
Una verità e una giustizia che non siano di comodo per il partito delle procure e delle manette, giornalisticamente rappresentato dal Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, ma che non faccia sconti a nessuno e che vada certamente a colpire, se ci sono, le responsabilità di Regione Lombardia, ma che non dimentichi il fatto costituzionale che la chiusura delle zone rosse di Alzano e Nembro spettava innanzitutto a un Governo arrogante quanto inadeguato, che dopo aver perseguito l’eliminazione per via giudiziaria dell’opposizione non può ora improvvisare lesa maestà per la possibilità che i PM di Bergamo portino alla sbarra Giuseppe Conte.
Una verità e una giustizia, inoltre, che tengano conto di una serie di errori e incoerenze su cui il nostro beneamato Presidente ha preferito glissare, forse per non turbare l’atmosfera da documentario sulla coltivazione di bachi da seta che caratterizza i suoi comizi.
Il Presidente avrebbe potuto infatti spendere due parole, ad esempio, sull’effetto che il movimento Black Lives Matter sta avendo sui contagi negli USA, passati da un plateau alla fine di maggio attorno ai 20mila casi giornalieri e raddoppiati negli ultimi giorni proprio in curiosa concomitanza con le canoniche 2-3 settimane successive alle rivolte di massa degli “afrodiscendenti” (neologismo coniato dalla sinistra liberal ma che rende perfettamente l’idea di masse di persone che, rispetto all’identità del paese di residenza, condividono solo il pezzo di carta della cittadinanza) e dei loro innumerevoli supporter bianchi.
Dopo mesi e settimane di avvertimenti, anatemi, multe e sanzioni surreali, terrorismo mediatico spacciato per competenza, il Presidente avrà evidentemente convenuto con il Comitato Tecnico Scientifico che le rastrelliere degli aerei (il cui uso è stato sostanzialmente vietato dall’ENAC) rappresentano un rischio di contagio maggiore delle pagliacciate di piazza di chi si propone di “abolire l’essere bianchi”, come da programma della Capitol Hill Autonomous Zone (CHAZ), e che tanti vip nostrani vorrebbero importare per davvero anche da noi.
E così via andare. La Serie A può ripartire perché serve a riportare un po’ di felicità nelle case degli italiani (e nelle tasche di Sky); ma niente calcetto, a meno di non abolire le scivolate (era previsto sul serio): il contagio non avviene se c’è la diretta TV. Le manifestazioni di piazza a Roma e a Milano sono irresponsabili e inaccettabili se caratterizzate da selfie troppo ravvicinati di due leader politici o se messe in atto da partite IVA, commercianti e artigiani disperati e allo stremo dopo 3 mesi di lockdown; se però a veicolarle è un sentimento come l’Orgoglio (gay o nero), allora pare ci sia una direttiva OMS che ne chiarisce l’effetto trascurabile.
Una “doppia morale sanitaria” a cui il Presidente avrà certamente alluso mentre con “parole di fuoco” stimolava a “Fare memoria […] assumere piena consapevolezza di quel che è accaduto. Senza cedere alla tentazione illusoria di mettere tra parentesi questi mesi drammatici per riprendere come prima”. Il Presidente può stare tranquillo (d’altronde difficilmente avremmo dubbi): tantissimi italiani non metteranno tra parentesi un bel niente della sua ipocrisia e del suo doppio standard.