Passeggiava il gran ottomano nel Mediterraneo.
Navigava imperioso e superbo, zigzagando amabilmente tra le isole greche, ormai da due secoli dimentiche di chi fu il turco e di chi furono loro.
La nave turca era bella, giovane (2018), imponente ed era laddove non avrebbe dovuto, con lo scopo di bombardare virtualmente quell’ultimo lembo di Grecia, Kastellorizo, che segna anche il confine tra barbarie e civiltà e che, forse per questo motivo, la comunità europea stenta a difendere.
Capitava però che una nave greca si trovasse dietro l’isola di Rodi.
La nave greca, Limnos, pur imponente, non era bella, non era giovane (1982), ma non aveva paura.
Era, poverina, carica di anni e, come una vecchia signora, piuttosto impedita nei movimenti, ma non rimase nascosta ed andò ad affrontare la giovane collega spudoratamente in cerca di guai.
Limnos aveva un pregio grande: era dotata di un comandante, Ioanis Saliaris, uno di quelli che hanno la pazienza corta e l’occhio lungo, uno che la gagliardissima turca non avrebbe proprio dovuto incontrare!
I turchi, però, ancora non lo sapevano e fecero l’errore di andare ad innervosire il greco: cercarono di speronargli la nave (a sinistra per la precisione), alla quale Saliaris, evidentemente, era molto, ma molto affezionato!
Il comandante greco aveva studiato e sapeva di preciso dove avrebbe dovuto posizionarsi per aver sempre la precedenza, questione non da poco quando nelle tue acque va a spasso gente che non ha alcun diritto di farlo e lo fa asserendo che di diritto si tratta!
Mentre i turchi si avvicinano minacciosamente, il greco frenava e retrocedeva, manovrando la sua Limnos nemmeno fosse un gommone da diporto.
Messosi dietro ai turchi, Saliaris si riposizionava in modo da avere loro sempre a sinistra e lui sempre ragione!
I poveretti non sapevano letteralmente da che parte guardare e, per quel che riuscivano a vedere, non credevano alle loro pupille!
Come spesso capita in caso di scarso acume, non smettevano comunque di fare i prepotenti, dimenticando che la prepotenza quasi mai è amica della furbizia.
Impareranno di lì a poco, con un maestro di yoga d’eccezione, il valore dell’elasticità mentale e di quella di movimento.
Nel frattempo, il capitano greco ci aveva preso gusto e con mano leggera conduceva l’attempata Limnos in una serie di piroette da ballerina di hip hop, mentre i turchi si innervosivano parecchio e, invece di smettere di ballare, rimanevano in pista.
Capirete anche voi che al greco sfuggì la pazienza (ma non il timone!) ed eseguendo una manovra quasi impossibile per la antiquata tecnologia che aveva a disposizione, li avvicinò di molto e, con grazia virile, dedicò loro una falla tanto grande da stupire pure Poseidone.
La nave turca imbarcò più acqua di un gatto che affoga e se ne tornò a casa ringraziando Allah di non essere colata a picco sotto gli occhi dell’energico Saliaris, mentre la Limnos, testimoniano le fotografie, ha riportato solo un segnetto, roba da make up veloce, qualora davvero si decidesse di coprire un graffio tanto onorevole.