Una delle frasi che andava per la maggiore all’inizio dell’epidemia è “Il Covid ci migliorerà”. Osservando l’evolversi della situazione, sembra che ciò non stia accadendo, anzi è molto probabile che le cose torneranno esattamente come prima e che in pochi faranno tesoro dell’esperienza vissuta. Tuttavia, questo particolare periodo storico ha scoperchiato tutte le debolezze e le brutture di un sistema marcio, corrotto e ipocrita.
Cominciamo a parlare di sanità, che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di alcune regioni d’Italia. Il rapido incremento dei malati nei mesi di marzo e aprile ha mostrato come i tagli alla sanità siano stati un vero e proprio suicidio, mentre poco si è fatto per combattere la speculazione e il clientelismo che si muovono in questo ambito (e non solo in Italia) e che sono tra le principali cause dello spreco di denaro pubblico. Di contro, abbiamo avuto conferma che la sanità deve rimanere pubblica, contrariamente a quanto vorrebbero alcuni liberal-europeisti, che auspicano un modello statunitense, con i risultati che purtroppo conosciamo.
Il secondo importante aspetto riguarda la gestione della pubblica sicurezza. Durante i mesi di chiusura totale, sono state usate molte risorse, in termini di tecnologia e personale, per controllare che il divieto di uscire fosse rispettato, spesso con veri e propri abusi contrari al buon senso (la spesa fatta in un supermercato più vicino a casa ma in un quartiere diverso, il corridore che superava di un metro il raggio massimo consentito, e molto altro). La medesima solerzia, però, non viene applicata nelle zone degradate dove comanda la delinquenza, che anche in periodo di chiusura ha continuato ad operare, pur adattandosi alla situazione. Se ora si applaudono i droni che seguono il vicino che porta il cane a passeggio, prima si urlava contro le telecamere nei parcheggi perché minavano la libertà. Violare il “coprifuoco” quindi diventa il reato numero uno, tutto il resto va perdonato, a parte ovviamente chi viola le leggi progressiste.
Un’altra grande contraddizione ce la mostrano invece coloro che abbracciavano i cinesi e si facevano le foto con gli involtini primavera. Se è vero che non sono i cittadini cinesi in sé a portare il virus, è vero anche che questa epidemia, come molte altre del passato, arriva dalla Cina. Per non apparire razzisti (e sopratutto per non intaccare i rapporti economici di sudditanza nei confronti del regime), si è sottovalutata volutamente la malattia, che è inevitabilmente esplosa anche grazie a questo aspetto.
Questa leggerezza si è poi trasformata in rigore assoluto nei confronti dei cittadini italiani e delle loro attività. Nessun abbraccio, nessuna foto con una pizza, solo vigliacche accuse nei confronti di italiani da parte di altri italiani, tutto conforme alla linea autorazzista tipica del progressismo attuale e dell’antifascismo estremo. Le attività che hanno abbassato le saracinesche a causa della chiusura vengono accusate in toto di essere state gestite male anche prima del virus, pertanto non vi è alcuna solidarietà nei loro confronti, cosa che invece è stata riservata ai cinesi. È vero, alcune aziende avevano difficoltà anche precedentemente a causa di cattive gestioni imprenditoriali, ma buttare nel calderone tutti coloro che hanno chiuso i battenti lasciando senza lavoro molti dipendenti denota grande immaturità ed egoismo, proprio del neoliberismo odierno.
Infine, vi è l’aspetto della gestione della pandemia, su cui bisogna stendere un velo pietoso. Decreti su decreti, uno in contraddizione con l’altro, che hanno avuto il solo scopo di mettere pezze alla pessima gestione iniziale. La paura causata dalla minaccia di chiudere le regioni senza se e senza ma ha causato a marzo il fuggi fuggi generale, con conseguente incremento dei contagi. Per ovviare a certe scelte, hanno tirato fuori il bonus monopattino, i banchi a rotelle e altre idee che superano i limiti del ridicolo. Nel frattempo, vi è chi attende ancora la cassa integrazione o i famosi bonus di aiuto. E se le frontiere tra regioni venivano sigillate, cosa che potrebbe accadere di nuovo, ciò non vale per le frontiere nazionali, riaperte solo per fare dispetto all’opposizione, e soprattutto alla Nazione, gestendo i flussi con le navi quarantena (Totò direbbe: “E io pago”). Frattanto, chi abbracciava i cinesi festeggia questa grande conquista civile.
E vi è chi ancora confida nell’Europa, che si propone con favori che andranno poi restituiti baciando anche le mani.
Il virus, quindi, non ci renderà migliori, ma speriamo che ci renda consapevoli di cosa va cambiato, a cominciare da chi dice di lavorare per noi, ma per incompetenza e/o anti-italianità, ci ha portato in questa situazione.