L’imprevedibile monsone venuto dal Mar Cinese che a gennaio attraversò le Alpi – come Pirro e i suoi elefanti – facendo stracci del tessuto economico del bel paese, incenerendo attività commerciali, piccole e medie imprese, piegando lavoratori e famiglie, sradicando ombrelloni e sdraio dai nostri stabilimenti balneari, ora galleggia al largo sulle acque del Mare Nostrum, come una nave ONG o un peschereccio straniero, in attesa di sbarcare sulle nostre coste rinnovata miseria.

Rinnovata miseria è ciò che porterà la reiterata emergenza Covid-19, alla quale, al primo “ciak si gira”, il bianconiglio strombazzava “Siamo pronti…” e alla quale, oggi, al secondo “ciak si rigira” starnazza contro i giovani, le palestre e la movida come se non ci fosse un domani.

Come nella fiaba di Carroll, l’araldo non fa che ripetere, orologio alla mano: “È tardi, è tardi!”

Siamo caduti – come Alice – nella tana del bianconiglio, realizzando di non essere nel paese delle meraviglie e, probabilmente, per effetto della caduta, si deve essere rovesciato il mondo.

Siamo nell’Italia del 2020, non nell’Ucraina del 1986! Lecco – la mia città – non è Pripyat!

Pur senza negare l’esistenza del “vairus” – citazione dal dialetto anglosassone “bibitese” – usare il minimo di intelletto che Nostro Signore ci ha donato è cosa buona e giusta, nostro dovere: se il Covid-19 fosse così letale come narrato nelle cronache terroristiche del mainstream – mortale lo è stato in alcuni casi, come in passato ogni altra influenza stagionale – le mascherine chirurgiche, il distanziamento, il coprifuoco notturno sarebbero semplicemente inutili, poiché dovremmo evacuare a gambe levate la città, la Nazione.

Evidentemente non riusciamo a ragionare, perché ci sono impediti i giusti collegamenti.

La confusione generata ad arte unita alla una strategia della paura modello STASI – la polizia segreta della Germania Est – hanno mandato in corto circuito qualunque ragionamento che non risponda alle fuorvianti e assurde logiche filo governative.

Ora qualcuno storcerà il naso, dirà che i numeri parlano da soli…

Vogliamo giocare a Sudoku? Incastrare due dati?

Il nosocomio Manzoni di Lecco dispone di una terapia intensiva Covid-19 da 6 posti letto, di cui – alla data del 22 ottobre – ne sono occupati 5, per altro da pazienti trasferiti da fuori comune.

Lecco città conta 48.131 abitanti, se volessimo perderci nella matematica di palazzo, potremmo dire che la percentuale dei malati gravi è pari a 0,010%, ma il punto è un altro: come abbia potuto la terapia intensiva del Manzoni riempirsi tra domenica notte e lunedì mattina è un mistero che nemmeno i titoloni dei media locali hanno saputo spiegare.

Lasciamo i rapporti e le percentuali nella ludoteca statale e poniamoci una domanda, l’unica che in questo momento abbia un senso: cosa diavolo hanno fatto governo e regioni in questi dieci mesi per fronteggiare la tanto attesa seconda ondata?

Vorrei poter trovare una risposta seria ed esaustiva, ma non riesco nemmeno ad immaginarla.

O sono interdetto io – noi – o qualcuno si sta arrampicando sugli specchi.

Il Bianconiglio – che non pecca mai di modestia – è un trasformista dai molti volti, dai tanti accenti, il cui ruggito suona sicuro quanto il miagolio di un gattino che graffia il vetro cercando disperatamente una via d’uscita.

È ormai chiara l’impreparazione – che va di pari passo all’arroganza – di un’intera classe politica che non ha a cuore la Nazione ed è lampante il livello di deficienza di una casta che ha già dimostrato tutta la propria incapacità e che, con la richiesta di coprifuoco, ha toccato il fondo.

Sentite anche voi quel suono sinistro, stridulo, di unghie che scivolano sulla parete trasparente?

L’Italia non è una slot machine, non basta inserire una moneta e tirare la leva, appellandosi alla Dea bendata, non è una roulette da “Les jeux sont faits, rien ne va plus” e non è una roulotte in cui stipare sacchi di promesse mai mantenute che puzzano come spazzatura.

Aveva ragione il dottor Cesare Lombroso, fondatore dell’antropologia criminale, il cui concetto semplificato e allargato è: mostrami che faccia hai e ti dirò chi sei.

Personaggi da fumetto s’improvvisano maldestri fantini che, strattonano le redini della Nazione, ormai un cavallo “scosso”, che galoppa allo sbaraglio.

Piacerebbe a chi scrive immaginare un Italia rampante come il cavallino, simbolo dell’asso del volo Francesco Baracca, ma la realtà supera l’immaginazione e quello stallone non è che un elefante che si muove su zampe di fenicottero. 

Camminare sulle uova è un esercizio che mal comincia e peggio finisce, ma se proprio ci si volesse avventurare, sarebbe opportuno avere a disposizione una gallina, ma dalle uova d’oro.

Purtroppo siamo una Nazione svilita del potere di stampare moneta propria e la nostra gallina cova oro in un’altra Aia così che, rotte le uova, il pachiderma – con il suo circo itinerante – può soltanto precipitare.

Come definirebbe taluni soggetti del carrozzone sub umano lo stimato dottor Lombroso, quei burattini come il Presidente del Consiglio e i suoi ministri, le cui fila sono tirate dai tanti Mangiafuoco della finanza e dell’industria italiana ed europea?

Forse è meglio soprassedere prima di dar corso ad una carrellata di nuovi mostri, ma certo questi “mezz’uomini” dovrebbero essere processati per alto tradimento e disastro colposo e condannati al carcere a vita nel IK-6 o “Delfino Nero”, la peggior prigione esistente al mondo.

Il fallimento del modello italiano è alle porte del prossimo lockdown: saracinesche abbassate, insegne rimosse, bagliori blu in lontananza, bulldozer governativi che scaricano tonnellate di responsabilità sui giovani e su un intero settore che era il fiore all’occhiello della nostra economia.

Siamo in un clima da Berlino Est! Dal coprifuoco al muro il passo è breve, ce lo insegna la storia, ce lo rammenta la memoria. I primi mattoni sono già stati posati con l’entrata in vigore dell’ordinanza regionale lombarda.

Stanno alzando un muro di parole vuote, di menzogne, di delazioni, di soluzioni inutili, di cartelle esattoriali, di aumenti delle imposte, di un imbarazzante silenzio di fronte alle richieste di aiuto dello stato sociale.

Un muro chiuso a cerchio attorno ad un governo già completamente distaccato dalla realtà, che vive in un clima surreale, da fiaba macabra.

Fossi nei panni di governatori e sindaci non dormirei sonni tranquilli, ma mi affretterei a nascondermi nella tana sottoterra.

Se è pur vero che l’unione fa la forza, a maggior ragione l’unione di un intero popolo può diventare un potenza di fuoco insostenibile per chiunque. Un intero popolo, una sola effige, pronto e disposto a battersi sul filo del rasoio.

Un sogno? Non un sogno di cui al mattino resti soltanto la coscienza ancor gialla di dormita nell’angolo dell’occhio, ma una certezza, una consapevolezza di pochi che sia esempio per tutti.

Avessimo un Papa in Vaticano e non un oscuro servitore della Deep Church e del Deep State – altro volto del Bianconiglio – che sta scardinando giorno dopo giorno le fondamenta della Chiesa Cattolica Romana, potremmo annoverare tra nostre fila un potente alleato, invece, a me par di sentire, sempre più distintamente, una voce subdola tra le sante mura che avvisa il nemico della nostra presenza.

Ascoltate…

“Pape Satàn, pape Satàn aleppe!

“Principe Satana, Principe Satana, attento!

Divina Commedia – Inferno Canto VII

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