Ho l’impagabile fortuna di aver dismesso, ormai da moltissimi anni, gli scomodi panni della telespettatrice.
Sono De Filippi, D’Urso, Mentana free… credo forever!
Una fortuna che ho costruito da self made woman quale in verità non sono e che ha preso il là da un’intuizione non impossibile (la vicinanza al veleno intossica); intuizione che si è consolidata con l’esercizio di un proposito pio: non soffermarmi, nemmeno per errore, nemmeno per indolenza, davanti al tubo catodico degli orrori.
Fuggire le occasioni prossime di peccato!
All’inizio è stata un’imposizione, poi un’abitudine… quindi una conquista consolidata!
Lontananza – attenzione! – non significa sempre e necessariamente assenza.
Io certi personaggi li seguo, a debita distanza. Li studio, ma evito il deleterio contatto diretto come l’erpetologo fa col serpente mortale; li analizzo con l’intento di capire non tanto loro quanto chi li ascolta, li legge, li considera e li ammira e, per quanto mi sforzi, certe questioni non riesco proprio ad intenderle.
É da un po’ che mi chiedo, ad esempio, cosa ci faccia Mentana nelle vesti di anchorman televisivo e di profeta radiofonico.
Nel curriculum di questo prodigio c’è una mamma ebrea, un battesimo cattolico, una laurea mai ottenuta, un diritto di voto mai esercitato, un pensiero politico mai chiarito (nemmeno con se stesso), una patente di guida mancata e, incredibile dictu, una situazione sentimentale vivace (Mentana… ma siete serie, signore?!).
Il nulla vestito da giornalista che disquisisce di massimi sistemi, di politica interna e di intrighi internazionali.
Raramente questione fu meno rilevante, devo ammetterlo, se si pensa che è la D’Urso a suggerire ai sacerdoti, nel silenzio tombale delle gerarchie ecclesiastiche, come trattare (e come non trattare pubblicamente) la questione dell’omosessualità e quella dell’aborto.
Su Instagram è Wanda Nara a indicare un nuovo modello di moglie e di madre, fotografata nuda sopra (per ora!) un cavallo, non sapendo più come mostrare quel che mezzo mondo ha già visto di lei e l’altro mezzo conosce per esperienza diretta, si dice, non sempre gratuita.
Se così si muovono quasi tutte le wags (acronimo per “mogli e ragazze”, s’intende “di sportivi famosi”, che curiosamente in inglese significa “scodinzola”) immaginate voi come ragionano i loro uomini, cioè i ragazzi più invidiati del mondo, sogni e idoli delle donne di ogni latitudine.
Non mi meraviglio più di nulla o quasi – neppure di Brunetta che loda la cultura di Di Maio – ma giorni fa non ho potuto non notare i tanti commenti femminili che decantavano le doti di una porno star: Moana Pozzi, a loro dire, modello di stile e di raffinatezza.
E dopo aver meditato sul futuro della nostra parte politica, che forse meritava destini e uomini migliori, ho spento la luce e ho cercato di dormire.
È stata una notte agitata.