Dacia Maraini ci avvisa che l’Italia non è poi così disastrata nel suo spirito, perché si deve considerare la generosità di cinque milioni di volontari che si prodigano per il prossimo, “una cifra straordinaria”, ci dice lei.
Chissà se la Maraini è a conoscenza dell’esistenza di un cosiddetto Terzo Settore, che costa 10 miliardi ogni anno agli italiani, esclusi i soldi spesi per le diarie dell’accoglienza, che fanno altri 5,5 miliardi ogni anno. La prima avvisaglia sulla realtà di queste spese arrivò con le due Simone, rapite in Iraq e definite “volontarie della cooperazione”. Ebbene, le due volontarie prendevano 4.000 € al mese. Poi fu un profluvio di volontari che prendevano un rimborso di Euro 10 € all’ora, o di equipaggi delle Ong che prendevano il “premio di produzione” per ogni africano salvato in mare. Per poi finire con le Coop emiliane che rinunciarono per iscritto alle gare d’appalto per la prima accoglienza degli africani, quando la diaria giornaliera fu momentaneamente ridotta da 36 € al giorno a 24 €. Dissero che non potevano accollarsi un impegno senza poter conseguire un margine di guadagno.
Non parliamo delle star di Hollywood che tolsero il loro sostegno a famose organizzazioni di “beneficenza”, quando si accorsero dell’alto numero di persone remunerate con le donazioni e, soprattutto, delle remunerazioni dei manager. Per la beneficienza restava veramente poco.
Un giorno, sarebbe bello anche scoprire quanti soldi di associazioni come Emergency finiscono in stipendi per la gestione e quanti di quei “volontari” lavorano veramente all’estero in zone critiche. Ci accontenteremmo di sapere che siano almeno il 20% sul totale dei costi.
La vera amarezza è dover constatare che i veri volontari esistono veramente, quelli che ci rimettono pure la benzina di tasca propria per assolvere al loro spirito di altruismo.
Ci aiuti lei, signora Maraini, a dare un po’ di trasparenza a questo settore, per non squalificare il termine “volontario” come si squalificò il termine “pentito” dopo i vari assassini salvati dalla giustizia.