Perché dell’antropologia?
Ci sono almeno quattro motivi.
1) Come l’uomo è limitato, così anche lo Stato deve riconoscere nella sua stessa ragion d’essere il proprio limite e quindi la necessità di conformarsi ad un criterio di Giustizia e di Legge al di fuori di sé.
2) Come l’uomo non è solo spirito ma anche corpo, così il vivere dell’uomo deve inserirsi all’interno di un’organizzazione sociale e materiale. E la stessa attività politica non figura come qualcosa di negativo, bensì come una necessità nobile e naturale.
3) Come l’uomo non è solo corpo ma anche spirito, così l’attività politica non può essere il perseguimento della semplice felicità terrena, ma della felicità tutt’intera, che è quella eterna e il raggiungimento del Bene supremo, che è Dio.
4) Perché l’uomo è unione di spirito e corpo, anche l’organizzazione sociale e statuale devono formalmente e sostanzialmente rispecchiare questa unione. Formalmente, con il dover rendere a Dio anche il culto pubblico. Sostanzialmente, con il rispetto e la promozione della Legge di Dio.
Perché della gnoseologia?
1) La conoscenza, secondo la filosofia naturale e cristiana, deve partire dall’osservazione dell’oggetto (realismo filosofico), dunque la politica deve rifuggire qualsiasi pretesa utopica di creazione di nuove società e limitarsi ad organizzarne un unico modello, che è dato dalla Legge Naturale.
2) La conoscenza della filosofia naturale e cristiana riconosce come fondamentale il dato del “senso comune”, che è la constatazione di verità evidenti che, proprio perché talmente evidenti, non hanno bisogno di essere dimostrate. Ebbene, la concezione tradizionale della politica esprime tale convinzione soprattutto nell’aspetto pedagogico, allorquando sostiene che l’autorità è tale nel momento in cui sa obbedire ad un’autorità a lei più alta: Dio.
Corrado Gnerre
(Articolo pubblicato dal sito “Il cammino dei tre sentieri” in data 05-02-2021)