Due parole sugli insulti che un professore universitario, tale Giovanni Gozzini, ha profferito nei confronti della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
A una persona che ho in uggia o per la quale provo antipatia, soprattutto perché ritengo intellettualmente disonesta, uso i termini: «cojjone» o «testa di m…..a» o, quando la disonestà intellettuale è patente e recidiva, la bollo per quel che è: «ribaldo intellettualmente disonesto» e morta lì. E non mi viene in mente nessun epiteto più oltraggioso. Per una ragione molto semplice: sono stato addestrato da un’educazione cattolica a non odiare.
Sono numerosi i politici intellettualmente disonesti che ho in uggia, ed essendo io di destra, la maggior parte di quelli che ho in uggia li trovo soprattutto a sinistra, ma non sento il bisogno di oltraggiare un avversario politico, men che mai un’avversaria. Una signora della politica italiana che mi sta sulle scatole, per quella che ritengo essere una patente disonestà intellettuale (forse inconscia, perché condizionata da un’ideologia), è la signora Boldrini, ma mai mi è venuto in mente di oltraggiarla con epiteti tipo «scrofa», «vacca», «pesciaiola», «rana dalla bocca larga». Quegli epiteti, che un professore IMBECILLE (assumo la responsabilità dell’offesa, confessando che non avrei esitato a schiaffeggiarlo se fossi stato presente) ha profferito nei confronti della signora Meloni.
Ebbene quell’IMBECILLE, che risponde al nome di Gozzini, è IMBECILLE per un motivo molto semplice: ha abbracciato un’ideologia che rimbecillisce i suoi adepti e li spinge a disprezzare chi pensa diversamente.
È un processo che si autoalimenta e va avanti almeno da quando hanno inventato la ghigliottina per tagliar la testa a chi dissente. Oggi, essendo in disuso la ghigliottina e non potendo quindi procedere con l’eliminazione fisica, ecco che si scatena la tempesta di chi è stato addestrato all’odio e al disprezzo: «scrofa», «vacca», «pesciaiola», «rana dalla bocca larga».
Gozzini, evito l’appellativo onorifico di “signor” (lei è tutto fuor che signore) e non uso il titolo accademico che le spetta, preferisco usare l’epiteto che maggiormente la qualifica: lei è un IMBECILLE. Lo ammetta, salvi quel poco di onestà intellettuale che forse le rimane, farebbe del bene a sé e a quei poveri studenti che l’ascoltano.
Mi chiamo Corrado Corradi, qualora lei volesse adire le vie legali per l’offesa, che ribadisco: IMBECILLE!