Forti di rare scuole e di frequenti Messe, i nostri avi riconoscevano sempre la mano dell’Altissimo laddove ne scorgevano l’impronta.
Caduto nell’oblio Dio, revocata la fiducia ai santi, suoi primi estimatori, ratificato il divieto di accesso allo Spirito Santo, radiato Cristo e sfiduciata la Madonna, l’Assoluto è stato costretto al trasloco!
Per i nostri avi che con la terra coltivavano il buonsenso, l’evento miracoloso era di esclusivo appannaggio dell’Onnipotente.
Oggi, quando non subisce le censure, il miracolo patisce le interpretazioni!
Non più il Creatore ad intervenire a favore della creatura, ma la creatura a cogliere in se stessa possibilità straordinarie, a suscitare vie segrete, energie potentissime che, non si sa come, deflagrano nel prodigioso.
I santi, che sempre bilanciano il folle amore per Dio con un grande equilibrio di intelletto e di giudizio, beffano lo psichismo e indicano la via semplice.
Quando qualcuno disse a Padre Pio che le stimmate erano la conseguenza di un fenomeno isterico dovuto alla sua identificazione con Cristo, il santo rispose: “Provi ad immaginare d’essere un toro, vediamo se le crescono le corna!”
Mi chiedo da tanto se, negli ultimi anni o decenni, sia accaduto un miracolo di tale straordinaria portata da zittire ogni sofisticheria intellettualoide, ogni cavillosità ideologica, ogni furbastra capziosità, ogni atea fantasticheria! Un miracolo nel quale l’uomo proprio non possa entrare, nemmeno forzatamente, nemmeno dal retrobottega, nemmeno di profilo, di sguincio o per sghembo!
E il miracolo, quel miracolo è accaduto!
A raccontarlo è il vescovo di Morfu, a testimoniarlo non solo le consacrate, ma anche il loro autista; protagonista padre Porfirio, morto nel 1991, in odore di santità.
Capitò che un gruppo di suore volle andare a trovare il santo.
Giunte di fronte a lui, il padre gradì molto la compagnia di quelle che giudicò bellissime anime.
Le suore, fattasi sera, avevano fretta di partire per il convento ben sapendo che le consorelle le aspettavano per la cena e che ci tenevano particolarmente che al pasto serale fossero sempre tutte presenti.
Il padre insistette molto che rimanessero ancora da lui, esortandole a non preoccuparsi.
Le suore cedettero, fermandosi ben oltre il tempo della cena.
Il viaggio che le aspettava era di circa due ore e si accomiatarono consapevoli che non sarebbero potute arrivare a casa se non a mezzanotte o forse più tardi.
Nulla di strano durante il tragitto che durò il tempo stabilito, ma quando entrarono in convento, le consorelle si congratularono per il loro tempismo: stavano apparecchiando proprio in quel momento e di lì a qualche minuto avrebbero cenato… erano infatti le sette di sera!
Non so se qualche ateo militante, se qualche capopopolo della UAAR, se Fedez e seguaci siano riusciti, senza il contributo di amori sfortunati, a farsi crescere le corna invocate da Padre Pio. Attendiamo comunque di conoscere il giorno in cui piegheranno il tempo al loro volere e lo spazio al loro capriccio.
Ci scrivano!