Preg. mo Presidente, prof. Sergio Mattarella, nel nome della Santissima Trinità e come fratello in Cristo, mi permetto di rivolgermi a Lei con questo mio semplice scritto.
Ella è il garante della Costituzione repubblicana, dell’equilibrio tra i poteri dello Stato ed il rappresentante dell’unità nazionale. L’emergenza sanitaria in corso ha portato paura, insicurezza sociale ed economica e ha stravolto i paradigmi dello Stato di Diritto pervenendo all’instaurazione di un ordinamento “immunitario” ove l’innegabile tutela della dimensione collettiva della salute (ex art. 32, comma 1, Cost.) ha assunto una discutibile pervasività.
Questo ha determinato un bilanciamento non sempre proporzionato, adeguato e ragionevole rispetto alla tutela di altri diritti costituzionalmente tutelati. Sono perfettamente a conoscenza che il Suo ruolo Le preclude qualunque ingerenza nella determinazione dell’indirizzo politico e che l’eventuale declaratoria di incostituzionalità dei decreti-legge dell’Esecutivo, convertiti in legge dalle due Camere, rientra nelle attribuzioni del giudice delle leggi (art. 134 Cost.), ma, come peraltro indicato nella sentenza n. 1/2013 della Corte costituzionale della quale è stato autorevole componente, la Sua funzione implica anche l’esercizio di quell’attività di moderazione, persuasione e stimolo nei confronti degli altri organi costituzionali e di rilievo costituzionale.
Le chiedo, pertanto, al fine di uno sviluppo armonioso dei rapporti all’interno della collettività nella quale ognuno di noi è provocato dal volto e dall’umanità del fratello, di servirsi della “moral suasion” per invitare il Governo della Repubblica ed il Parlamento, ciascuno nell’ambito delle rispettive competenze garantite dal Testo fondamentale vigente, di ponderare attentamente alcune scelte che, se da un lato, rientrano nel perimetro della valutazione politica, dall’altro, però, non possono in alcun modo creare fratture, diseguaglianze o mettere in pericolo la salute del singolo neppure se fosse in gioco quella di tutti (sent. n. 118/1996 Corte cost.).
Penso alla libertà di circolazione (art. 16, comma 1, Cost.) la cui limitazione per motivi di ordine sanitario è pervenuta al punto di trattare in modo discriminatorio vaccinati e non vaccinati (art. 9 del decreto-legge n. 44/2021), alla non volontà di inserire nelle linee guida del Ministero della Salute inerenti alle terapie anti-Covid, aggiornate al 26 aprile 2021, le cure domiciliari che tanti benefici stanno portando, all’immissione condizionata dei vaccini contro l’agente virale Sars-Cov2, secondo il regolamento (CE) n. 207/2006, dei quali non si conoscono gli effetti nel medio termine, al corto circuito tra Stato e Regioni in una logica non sempre conforme al principio di leale collaborazione.
Come movimento Pescatori di Pace, unica realtà costituitasi da oltre dieci anni, convintamente cattolica e sorta su ispirazione della Beata Vergine Maria alla cui protezione e custodia esso è affidato, abbiamo depositato centinaia di esposti documentati alla procure italiane e alla Guardia di Finanza, che Le allego alla presente, nel quale chiedo all’autorità giudiziaria, alla luce dei dubbi emersi a seguito della trasmissione Report nella gestione dell’emergenza sanitaria in Veneto, di alcune dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale pro tempore, dott. Luca Zaia, nel conteggio dei “positivi” e del Presidente dell’Aifa, se ravvisa eventuali ipotesi di reato, fatto ovviamente salvo il principio di presunzione di innocenza.
Non credo sia facile, in questa particolare contingenza storica, l’espletamento dei Suoi compiti istituzionali e per questo non solo La ricordo ogni giorno nella preghiera, ma invoco il Signore di poterLa esaudire nella grazia che, nel momento in cui leggerà questa mia, Le sta più a cuore.
Giovanni 4,46-54
46 Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. 47 Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. 48 Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». 49 Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». 50 Gesù gli risponde: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. 51 Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». 52 S’informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». 53 Il padre riconobbe che proprio in quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia. 54 Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea”
Nel porgerLe i più sentiti ringraziamenti per la Sua attenzione, La saluto cordialmente e Le invio un abbraccio in Cristo che ha versato il Suo sangue per la nostra salvezza affinché nulla vada perduto, neppure un capello del nostro capo. Con viva riconoscenza e stima.
Lorenzo Damiano
Pescatori di Pace – Presidente