La Rivista OnLine “EuropaToday” pubblica, in data 29 ottobre 2023 a firma del Giornalista Alfonso Bianchi, il seguente Articolo: Arriva l’euro digitale per dire addio ai costi di Pos, bonifici e conti correnti
Grazie all’euro digitale gli europei potranno fare a meno delle banche (o quasi), e di tutte gli intermediari di cui oggi abbiamo bisogno per le nostre transazioni economiche. Questo ridurrà i costi per cittadini rendendo i pagamenti, anche quelli internazionali, immediati e gratuiti.
I vantaggi saranno per tutti, ma soprattutto per le imprese e per il commercio all’ingrosso. Ne è convinta Maria Demertzis, Senior fellow del think tank di Bruxelles Bruegel, secondo cui l’Europa se saprà muoversi bene potrebbe anche diventare leader mondiale in questa nuova modalità della finanza che avrà un impatto “potenzialmente rivoluzionario”.
La Banca centrale europea ha compiuto un passo avanti verso il lancio di una versione digitale dell’euro, una sorta di bitcoin comunitario, una criptomoneta che sarà emessa direttamente dall’istituto di Francoforte e andrà ad affiancarsi (e nel futuro possibilmente sostituirsi), alle banconote tradizionali.
Il primo novembre inizierà una “fase di preparazione” di due anni, al fine di finalizzare le regole e scegliere i partner del settore privato di questo progetto. Questa fase di “test e sperimentazione” servirà a capire quali sono i benefici o i rischi associati alla moneta digitale comune.
La Bce promette che la nuova moneta virtuale sarà ampiamente accettata nel mondo e facile da usare, gratis nei suoi usi di base e utilizzabile per ciascun pagamento digitale nell’Eurozona.
Ma cosa significherà in concreto avere una moneta digitale e non fisica? “Quando hai 10 euro in tasca, di fatto significa che hai un contratto con la Bce che significa che quando presenti questo contratto puoi avere in cambio da qualcuno un suo equivalente, in beni o servizi.
È la Bce che garantisce per noi il valore di quel pezzo di carta. Lo stesso non vale per i soldi che abbiamo in banca, la cosiddetta ‘moneta legale’, che non ha un equivalente fisico.
Quei soldi sono garantiti in Europa fino a 100mila euro. Questo significa che se abbiamo un conto con un istituto finanziario da 150mila euro e l’istituto fallisce, il cittadino perde 50mila euro nel fallimento”, spiega in un’intervista a Today.it Demertzis.
L’euro digitale invece, nelle intenzioni di Francoforte, “sarebbe invece completamente garantito dalla Bce, e questo renderebbe i depositi molto più sicuri”, afferma l’economista.
“Al momento diversi Paesi del mondo hanno già sviluppato una moneta digitale emessa dalle banche centrali, ma si tratta di Paesi in via di sviluppo, e il motivo per cui hanno fatto questa innovazione, è per aumentare l’inclusione finanziaria, in quanto lì molte persone non hanno accesso al sistema bancario e quindi non possono fare pagamenti digitali.
Ma lo stesso problema non esiste in Europa, dove il 99% dei cittadini ha un conto in banca. La Bce però si sta muovendo in anticipo perché vuole creare un sistema a prova di bomba per il giorno in cui non ci sarà più il cash, perché questa è la direzione che sembra prendere l’economia, vuole creare l’alternativa per quando il sistema completamente digitalizzato”.
Lo scopo di Francoforte è quello di puntare sull'”autonomia strategica” dell’Europa, cioè di eliminare tutti gli intermediari di cui oggi abbiamo bisogno (e che dobbiamo pagare) per diventare autosufficienti. “Il 70% di tutti i pagamenti europei sono intermediati da compagnie non europee”, come Visa o Mastercard, a cui dobbiamo pagare una fee, una piccola tariffa.
Al momento le transazioni digitali che facciamo con il bancomat o con un telefonino, devono essere fatte sempre attraverso un istituto finanziario o attraverso un Pos, un terminale fisico che comporta il pagamento di una commissione da parte del commerciante.
Non possiamo trasferire euro direttamente nel conto di un’altra persona come potremmo fare dandogli del contante che passerebbe dalla nostra alla sua tasca, e dobbiamo chiedere alla nostra banca di trasferire il denaro per noi.
Il denaro digitale invece non ha bisogno di banche che facciano da intermediari. Questo denaro può essere memorizzato su un cloud tramite un dispositivo mobile o un computer e trasferito istantaneamente, al cloud di un’altra persona o azienda, come se si mandasse una email (o, per essere più precisi, come se si scaricasse un file in modalità peer to peer).
“Il cloud sarebbe gestito direttamente dalla Bce che ne garantirebbe la sicurezza, allo stesso modo in cui già oggi le banche digitali garantiscono la sicurezza dei loro conti, anzi pure meglio. Per questo non dobbiamo avere paura delle monete digitali”, sostiene Demertzis.
E anche i bonifici sarebbero immediati e gratuiti, anche quelli internazionali. “Oggi se non ci sono accordi bilaterali tra due nazioni, un bonifico internazionale può richiedere giorni per essere attuato e le banche possono accreditare anche un somma per il servizio.
Con l’euro digitale questo sparirebbe”. In realtà per i bonifici internazionali immediati, l’Europa avrebbe già un sistema che si chiama Tips (Target Instant Payment Settlement). “Ma Bruxelles non lo ha reso obbligatorio e quindi molte banche non ne usufruiscono”, aumentando i costi per i cittadini, lamenta la studiosa.
A suo avviso certo i risparmi e i vantaggi per i cittadini sarebbero evidenti, ma quelli più importanti sarebbero per le imprese. “Nel commercio all’ingrosso puoi davvero avere enormi benefici. I trasferimenti di denaro migliorerebbero in efficienza come costo e tempo, soprattutto a livello internazionale.
Oggi per acquistare in Paesi come non europei si deve spesso convertire il pagamento in dollari, ad esempio, perché è una moneta sicura e anche perché le altre banche centrali che emettono altre monete non hanno le infrastrutture, e dobbiamo quindi usare quelle statunitensi come mediatrici.
Se avessero una moneta digitale questo non sarebbe necessario. Per le imprese il pagamento di denaro sarebbe istantaneo e gratuito o comunque molto ma molto economico”, garantisce Demertzis.
E l’Europa potrebbe diventare leader mondiale nel settore, visto che gli Usa non hanno neanche iniziato a progettare la creazione di un dollaro digitale, e che tra i big mondiali solo la Cina lo sta facendo.
La Bce “È in un’ottima posizione per contribuire alla progettazione su larga scala di questa nuova forma di pagamenti, e può contribuire alla conversazione globale nonché a settare gli standard protegge al massimo i suoi cittadini”.
Qualche considerazione
Un articolo che con le sue falsità rappresenta una vera “marchetta” a favore di una realtà che cambierà, ed in peggio, la vita dei cittadini europei.
Non comprendo se le falsità riportate nell’articolo siano il frutto di ignoranza abissale sul sistema monetario internazionale o frutti di una mala fede.
Analizziamo il suo contenuto: dopo aver incensato l’arrivo dell’Euro digitale , affermando che si potrà fare a meno delle banche ( e quindi di tutti i dipendenti che oggi lavorano in esse) e che i due anni di sperimentazione serviranno a comprendere i benefici ed i rischi insiti nella moneta digitale, elenca solo i benefici, ed i rischi, che sono veramente tanti, non vengono affatto nominati.
L’esempio dei 10 euro in tasca viene definito come un contratto con la BCE , senza specificare che il contratto è un contratto di debito, ovvero il cittadino , per trovarsi i 10 euro in tasca deve essersi indebitato di 10 euro proprio con la BCE , la quale emette denaro senza alcuna copertura aurea.
L’affermazione poi che: “È la Bce che garantisce per noi il valore di quel pezzo di carta”. è totalmente risibile; con che cosa la BCE garantisce il valore di quel pezzo di carta?
Come tutti dovrebbero sapere l’Euro, così come tante altre monete nel mondo , circola unicamente in forza di legge, ovvero è la legge che impone al creditore di accettare , a pagamento del servizio o del bene, il foglio di carta con la dicitura EURO.
L’Euro non è coperto o garantito da riserve auree e non è neppure convertibile in oro: dal 17 agosto 1971 , con la dichiarazione di Nixon sulla inconvertibilità del Dollaro , tutte le monete , che prima dovevano essere convertite in dollari per essere poi cambiate in oro, non hanno più alcuna copertura, sono di fatto monete “FIAT”!
Allora chi garantisce o dà Valore al foglio di carta stampato dalla BCE?
Il valore lo conferisce chi lo ha in mano: fino a quando il foglio di carta stampata Euro rimane nel possesso della BCE sono semplici fogli di carta di valore tipografico, nel momento in cui l’accettatore lo preleva dalla BCE quest’ultima diventa creditrice del valore facciale e l’accettatore debitore del valore facciale.
Quindi , se garanzia c’è è unicamente garantita dai beni del possessore e non sicuramente dalla BCE, infatti la moneta viene accettata per convenzione sociale.
Altra affermazione che svela, ma in modo indiretto, il potere ed il significato della moneta digitale è che questa sarebbe garantita dalla BCE, dal momento che le Banche possono fallire, ma la BCE NO.
Perchè la BCE non può fallire?
Perché la BCE non ha limiti nella stampa ed emissione monetaria: ricordate la frase di Draghi “Whatever it takes”, ovvero (stamperò = creerò) banconote (Quantitative Easing) fino a quando sarà necessario.
Difatti il Sistema Bancario crea moneta tramite la concessione di finanziamenti da parte delle singole banche (Prima di tutto la BCE) alle imprese ed alle persone: ovvero SE NON CI SONO IMPRESE O PRIVATI che chiedono moneta, questa NON E’ POSSIBILE CREARLA.
La moneta quindi SI CREA SOLO CON LA REALIZAZZIONE DI UN CREDITO DEL SISTEMA BANCARIO A FRONTE DI UN DEBITO DEGLI STATI, DELLE AZIENDE E DEI PRIVATI.
Altro messaggio che viene lanciato in questo articolo è che vogliono far sparire il cash: non avremo più la possibilità di possedere banconote, ma solo file al posto di esse.
File create ed inviate direttamente dalla BCE che lo invierà direttamente nei nostri “wallet” ( Portafogli digitali dei nostri device.) Ovviamente tutto questo sarebbe gestito direttamente dalla BCE che controllerebbe tutti i movimenti monetari, anche quelli che oggi le Banche non controllano, come un regalo ai nipoti, un acquisto particolare, una elemosina, ecc.
Ma la falsità più grande è la affermazione che l’assenza di infrastrutture delle Banche Centrali non europee ci costringe ad utilizzare il dollaro che è una moneta sicura.
Come se non sapesse che negli Accordi di Bretton Woods , per tutti gli scambi internazionali occorre forzatamente convertire la moneta dell’acquirente in Dollaro, che è la Moneta degli scambi internazionali.
E’ il dollaro , o meglio gli USA e la sua Federal Riserve ( Banca Centrale Americana), che controlla il mondo attraverso il Sistema SWIFT ( Society for Worldwide Inerbank Financial Telecommunication), al quale le Nazioni del BRICS si stanno ribellando.
Per ultimo la economista Maria Demertzis pare che non sappia che gli USA stanno già realizzando il Dollaro Digitale, la stessa cosa sta facendo la Russia e come già in Cina, in Nigeria, ed alle Bahamas sono già in uso monete digitali.
Quello che l’articolo poi sottace completamente sono i RISCHI per la privacy dei cittadini ed i pericoli di controllo sociale come avviene in Cina: la moneta digitale è gestibile in termini di possibilità di acquisto (puoi acquistare questo e non quello), in termini di risparmio (la moneta digitale può essere annullata con un click o soggetto a scadenza temporale, o limitata nel quantitativo posseduto), in termini di sicurezza del possesso (pirati informatici, o perdita del device o morte del titolare senza aver lasciato le password di gestione), in termini di funzionamento della infrastruttura informatica, come già successo in alcune occasioni.
Insomma , con questi articoli spot e pubblicitari si vuol far passare il messaggio che l’Euro Digitale è bello, sicuro, conveniente, ecc.
La politica come sempre tace
Bisogna intervenire, a livello politico per ritardare o annullare questo progetto da società distopica.
Bisognerà fare pressioni sulla classe politica, della quale io personalmente ho poca fiducia, ed iniziare un percorso dal basso che consenta alla popolazione di ascoltare, non solo le parole positive di chi gestisce il progetto, ma anche essere edotti dei pericoli sulla privacy e sulla società distopica, che controllerebbe tutto e che, con il cappio dell’Euro Digitale, metterebbe al collo di ogni individuo.
Come quindi resistere o ritardare al massimo la realizzazione di questa società distopica e dittatoriale?
Avanzo tre proposte per intervenire nel breve, nel medio e nel lungo periodo.
Nel breve periodo ognuno di noi dovrebbe incrementare i pagamenti in moneta contante cartacea, in modo che si comprenda la nostra resistenza alla digitalizzazione;
Nel medio periodo creare e sviluppare della Comunità Sociali a carattere locale che utilizzi tra gli associati una delle tante Monete Complementari ( SARDEX, Oros, SCEC, Sistema Moneta Reale, Butterfly, ecc).
Nel lungo periodo prepararsi ed indire, con tutte le possibilità consentite dalla legislazione vigente, un referendum o una legge di iniziativa popolare, che porti a conoscenza della popolazione i rischi connessi alla introduzione della Moneta digitale., o una Proposta di Legge di iniziativa popolare che salvaguardi, in ogni caso, i pagamenti con contanti.
Vincenzo Angelini