Loro sono il superlativo dell’impudenza, sono tutta la vergogna pensabile, sono lo zenit dell’inverecondia.
I giornalisti italiani, il cui servilismo è caduto nella prostituzione, come ben ha detto monsignor Viganò, ora hanno rinunciato persino ad una parvenza di decenza come certe peripatetiche che, quasi non fosse sufficientemente osceno vendersi, mostrano pubblicamente e spudoratamente tutta la loro nudità.
I nostri pennivendoli da postribolo non temono il discorso insensato, con sfrontatezza affrontano la logica ed hanno in odio il buonsenso, retaggio antico e dimenticato di trisavoli analfabeti che coltivavano campi e principi e che oggi si vergognerebbero di loro come allora di mancare alla parola data.
Con la smania di certi servi cui pare di non esser mai troppo servizievoli, si distinguono le donne, le cameriere di Draghi, le sguattere del Prrresideenteee.
Scodinzolerebbero, se solo il buon Dio le avesse create con la coda, ma la lingua che invece hanno è sempre penzoloni, in affanno perenne nello sforzo di rincorrere l’ultimo decreto, l’ultima boiata del signore delle impost(ur)e.
Sentirle masticare o starnazzare la parola vaccino a proposito dei bambini, di possibile obbligo vaccinale per i bambini, mi repelle e mi indigna.
Loro che sono donne, a loro cui è stata concessa, per grazia immane e unica, di essere madri, loro si permettono di vendere ad Erode i nostri figli.
Chiedo a Dio misericordia per tutte queste cagne d’accatto che fingono di non conoscere i dati, più false delle loro facce mascherate di cerone quando tacciono che fino a diciassette anni rarissimamente si muore di Covid e che il vaccino, questo vaccino/terapia senza sperimentazione, mette i giovanissimi enormemente più a rischio della malattia.
Che Dio perdoni queste disgraziate, talvolta madri, sempre potenzialmente madri, per aver ignorato il pianto di altre madri, certo scellerate, ma forse anche ingenue, che si sono fidate anche delle loro parole e che hanno dovuto seppellire i loro figli per eventi, ictus, infarti, misteriose morti improvvise, a quell’età rarissimi e oggi sempre più comuni, sempre seguenti l’inoculazione di un “vaccino” di cui nessuno sa niente e di cui pochi eroi, spesso tra i più titolati medici al mondo, parlano come di un letale miscuglio di veleni.
Ma loro no, non ci sentono, non ascoltano, ignorano, s’appellano senza vergogna ai pochissimi morti bimbi o giovani di Covid, tragedie immani per le loro famiglie, ma statisticamente irrilevanti.
I tanti, troppi, quotidiani assurdi necrologi per i ragazzi vaccinati, morti col cervello inondato di sangue o imbottito di trombi non le commuovono.
Non erano figli loro e tanto basta!