In un’epoca in cui, come insegnava il grande filosofo prof. Augusto Del Noce (1910-1989), l’uomo non ha più bisogno dell’idea di Dio, vivendo in un relativismo quale presupposto del nichilismo, il magistero del grande Papa Pio XII (Sommo Pontefice della Chiesa universale dal 1939 al 1958) è un faro nelle tenebre del mondo.
Pacelli non disconosce il ruolo dello ius positum (il diritto positivo), ma lo riconduce alla sua propria funzione, ossia quella “di definire più esattamente le esigenze della natura (in primis, quella umana) e di adattarle a quelle concrete” (cfr. PIO XII, Discorso all’Unione dei giuristi cattolici italiani, 06 dicembre 1953, in A.A.S., 1953, 795 e ss.).
È evidente come, in questa prospettiva, la legge non può trovare il suo fondamento ultimo nella volontà degli ordinamenti giuridici statali, dal momento che, assumendo questo presupposto, essa risulterebbe (e risulta) dipendente dalla volubile volontà politica di chi, in un dato momento storico, detiene il potere.
Aderire a questa teoria, significherebbe, dunque, per la Ecclesia Christi, accettare il carattere meramente procedurale (Habermas) delle democrazie parlamentari contemporanee, funzionali unicamente alla “autoglorificazione” della persona umana e alla sua autodeterminazione assoluta. Se la norma positiva è creatrice dell’ordine politico e giuridico, essa, dipendendo da una contingenza fattuale, può porre le premesse per una potenziale “brutalità” del diritto, già divenuta atto nei sistemi totalitari del Novecento.
Pio XII, in perfetta sintonia con il perenne magistero della Chiesa cattolica, riconosce, invece, al diritto naturale una funzione ordinatrice e di costante di ricerca dell’essere reso accessibile all’uomo grazie all’uso della ragione. Non si tratta, però, di uno ius formale e astratto, ma “contenutistico”, costituito, nonostante gli innegabili sviluppi storici e sociali, da principi immutabili rivelatori della vera natura dell’uomo: la famiglia e la proprietà e, come fattori complementari di sicurezza, gli enti locali, le unioni professionali e, infine, lo Stato (Cfr. PIO XII, Radiomessaggio di Sua Santità Pio XII a tutto il mondo in occasione del Natale, sabato 24 dicembre 1955, in www.vatican.va).
L’insegnamento papale costituisce, in conclusione, un monito prepotentemente attuale davanti a quel “traffico insaziabile dei diritti” che il meta-valore assoluto del continuo bilanciamento di principi tra loro contrapposti, accolto dalle Costituzioni del secondo dopoguerra, incrementa.