La sola zona giallorossa d’Italia è il governo! Maledetto sia il giorno in cui mummie di segatura, a cui nemmeno Victor Frankenstein avrebbe mai ridato vita, sono assurte al potere, anzi, sono venute al mondo! I burattini manovrati dai Mangiafuoco paneuropei, azionati da fili invisibili ad ogni osservatore che eviti vigliaccamente di porsi domande, rispondono unicamente a ordini impartiti, ma mai alle richieste della popolazione con cui sarebbe opportuno confrontarsi.
Cosa dovremmo aspettarci, in fondo, da una serie di cervelli di polistirolo, certamente assenti nel momento in cui Dio ha donato all’uomo la scintilla dell’intelligenza? Come potremmo rivolgere le nostre richieste a manichini imbustati in giacche troppo strette, che si esibiscono in passerelle di Stato, galleggiando sul tappeto rosso, completamente distaccati dalla realtà? Questi ritardatari cronici, perenni indecisi, confusionari, incapaci di articolare un discorso, di ammansire lingue pastose che incespicano tra l’opportunismo e l’inganno, fanno bella mostra di sé, nascondendo stupide smorfie dietro mascherine chirurgiche che hanno la sola vitale utilità di risparmiare alla vista simili brutture. Eppure, gli occhi sono lo specchio dell’anima e molto si può leggere a ben guardare.
Gente di questo stampo – ci auguriamo ormai fuori catalogo – è buona per l’interdizione dai pubblici uffici, per il confino, poiché persino a Monopoli fallirebbe per bancarotta. Un governo degno della sua funzione dovrebbe annoverare tra le sue fila uomini e donne capaci di concepire un’idea, discuterla e tradurla in azione, ma dell’azione intrapresa, il governo stesso dovrebbe essere responsabile. Il Presidente del Consiglio dovrebbe avere l’ultima parola e di quella parola farsi garante; ad oggi ci troviamo ad assistere a giocatori – nemmeno tanto abili – talenti buoni soltanto a lanciare i dadi, barcamenandosi tra imprevisti e probabilità.
Come hanno potuto questi fenomeni da baraccone raggiungere il vertice politico della nazione non è un mistero. Potremmo fare un esperimento sul modello della “Third Wave” statunitense, avuto luogo negli anni Sessanta nella scuola superiore di Chubberley, per capire come si sia arrivati all’odierna tragedia italiana.
Basterebbe un ristretto gruppo di persone, infondere loro la speranza di un cambiamento, dando vita ad una comunità e instillare nei suoi membri la certezza che il cambiamento avverrà grazie alle loro capacità. Una comunità che si rafforzi per mezzo di un simbolo – 5 stelle – di uno slogan – Mandiamoli tutti a casa – di una tessera di affiliazione, di un saluto – gomito a gomito. A questo gruppo si unirebbero altre persone e poi altre. L’idea diventerebbe presto una nuova istituzione democratica che incontrerebbe in un primo momento l’ira del Partito Democratico Unico che, poi impaurito dalla scomoda presenza, cercherebbe di sedurre i nuovi arrivati. La comunità, nel frattempo, sarebbe cresciuta e, forte in numero, non accetterebbe le avances, scatenando, invece, una guerra di demolizione del partito in nome del cambiamento. Potrebbe accadere da un simile esperimento, ma in verità è già accaduto.
Il problema sorge – così è stato – quando l’incapacità della comunità si piegasse alla disonestà del Partito Democratico Unico, per unire le forze e sopravvivere come casta alla casta. In un paese “demoPDcratico” si gioca al rimbalzo di responsabilità, allo scambio di favori, all’alleanza con il peggior nemico pur di restare in cattedra – anch’essa a rotelle per favorire lo spostamento delle alleanze. Purtroppo ci troviamo di fronte al peggior governo della storia d’Italia, la nostra amata Patria, che versa ormai in una situazione gravissima ed in continuo peggioramento, notte dopo notte, decretino dopo decretuccio. Il virulento virus che vira una volta al picco e una volta a piombo, non è la causa della nostra rovina, lo sono l’indecisione, l’insicurezza, l’incapacità, l’irresponsabilità. Ci fosse almeno, tra i parrucconi del governo, un Brancaleone, un uomo dai buoni propositi, dall’indubbio coraggio, disposto all’estremo sacrificio…
Nessuno che abbia mai affrontato un serpente velenoso ha mai conosciuto la pericolosità del suo morso mortale; troppe sono le persone che ancora si tengono lontane dall’affrontare il rettile, pur essendo inconsci prigionieri delle sue spire, poiché pensano di essere al sicuro sufficientemente fuori portata o immuni al veleno.
Rischiamo, prigionieri della stretta mortale, di assaggiare il veleno che ci porterà ad una morte lenta e atroce, ad anni di sofferenza, ad un declino che culminerà con la scomparsa di quella civiltà gloriosa, un tempo egemone nel mondo fino ad allora conosciuto. Desolante è doversi porre di fronte all’ignoranza di coloro che, fortunati, si disinteressano delle necessità sociali, incuranti dei problemi altrui, mentre siamo costretti a subire lo squallore del fallimento, nel vano seppur eroico tentativo di ritornare al mittente la sporcizia con cui siamo presi a pesci in faccia.
Lo scopo della “Comunistocrazia” imperante in Italia e in altri paesi del mondo non è formare un’assemblea di uomini saggi, ma, raccattandoli da una folla di nullità servili, indirizzare facilmente il consesso in precise direzioni, specialmente se l’intelligenza dei componenti è limitata. Miserabili, improvvisati esperti di questioni vitali, marciano verso la distruzione, trascinando con sé la Nazione incantata da un Pifferaio magico, la cui sinfonia, tra note contraddittorie e ritornelli allarmanti, pur stonando, abbaglia parte della popolazione.
Giocare la partita con queste regole è un insano non senso che permette a coloro che manovrano i fili di restare al sicuro dietro quinte dorate, così che la responsabilità non li sfiori nemmeno, ma sia sempre scaricata per intero sulla gente comune. Mendaci leccapiedi godono di questa istituzione statale che va a braccetto con “paesi criminali” che si fanno allegramente gioco di noi. Come si suole dire “Oltre al danno, la beffa!”. Esempi calzanti sono Cina e Tunisia. Il primo che aperta la via del virus, poi chiude ai voli in partenza dai nostri aeroporti; il secondo, cui abbiamo versato fior di milioni per seminare accordi che li fa poi fruttare in un esodo incontrollato di migliaia di clandestini e Jihādisti.
Disse un grande Re – di fronte alle palle da tennis che il cugino per beffeggiarlo gli inviò in dono: “Dite al principe burlone che questa beffa ha tramutato le sue palle da tennis in palle di cannone e che giocheremo in Francia, con la grazia Dio, una partita tale da far saltare in aria la corona di suo padre.”
Un uomo retto è sempre pronto a prendersi una responsabilità personale, fosse frutto di una decisione politica raggiunta con l’ausilio di un consiglio dei ministri o di un clan di perdenti. Chi ci sia dietro le coulisses è ormai noto. Il sistema che a livello mondiale si autodefinisce “Democratico” è quindi un mero strumento affinché una cricca, falsa e sporca, avanzi senza intralcio perseguendo il proprio obbiettivo alle spalle dei più.
Una vera e giusta Democrazia si comporterebbe in modo diverso; un vero leader si assumerebbe la totale responsabilità di ogni decisione e azione, raccogliendo lodi e critiche di cui saprebbe far tesoro. Un vera e giusta forma di governo non sarebbe Democrazia. Un Presidente con la P maiuscola, in grado di interpretare il volere popolare, di condurre una battaglia europea e mondiale affinché siano fatti valere i nostri diritti, sarebbe un inizio, ma noi ci ritroviamo uno scansafatiche morale, entrato in punta di piedi dalla porta di servizio che nulla a che fare con il ruolo che dovrebbe ricoprire.
La Democrazia è il precursore del Comunismo – il quale non sarebbe concepibile senza – ed è il terreno fertile di questa pestilenza mondiale. Ecco il vero virus da combattere! Esistesse un vaccino anti comunista, io stesso sarei il primo della fila davanti ai militari incaricati di somministrare le dosi, benché abbia sviluppato dalla nascita l’immunità alla tremenda malattia.
Attendere che l’immunità di gregge faccia il suo corso contro il comunismo sfrontato della Cina o mascherato del PD nazionale, non è una soluzione praticabile. Serve un antidoto al veleno e occorre subito. Il sentimento Nazionale e Patriottico sembra esser questione per pochi ribelli contro lo Stato e un sistema di governo che a tutti gli effetti – sotto gli occhi di tutti – ha lo scopo finale di debellare l’amore per la Madrepatria e per il Popolo, come fossero questi il male del mondo e la causa della pandemia. I diritti umani sono al di sopra dei diritti dello Stato. Una casta che non si batta per questi diritti fondamentali non merita di continuare a esistere in questo paese.
Il mondo non è fatto per cuori vigliacchi!
Esiste un tiranno solo e unicamente quando esistono servi!
Ci hanno lanciato un guanto di sfida e noi l’abbiamo raccolta. Grava sulle nostre spalle la responsabilità, eppure avanziamo, sempre e comunque, per senso del dovere, pronti a sacrificarci per quel bene più alto, ordinato da Dio, che difenderemo in eterno con estremo coraggio che noi chiamiamo Amor di Patria.
Disse ancora quel grande Re: “Noi pochi. Noi felici, pochi. Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata, e tanti gentiluomini ora a letto in patria si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui, e menomati nella loro virilità sentendo parlare chi ha combattuto con noi in questo giorno!”