Una classe sociale intera, quella delle piccole imprese, è stata ridotta sul lastrico a causa di una gestione incapace e demenziale della pandemia.
Uomini delle Forze dell’Ordine, non contrastate le loro proteste, rifiutatevi di sanzionare chi apre la sua attività, soprassedete, chiudete un occhio, siate benevoli, per un motivo molto semplice: GLI ORDINI SBAGLIATI NON SI ESEGUONO (è un vecchio soldato che ve lo dice) e questi ordini sono schifosamente, quanto evidentemente, sbagliati perché disumani, e forse anche incostituzionali, non pochi giudici se ne sono resi conto e hanno dichiarato illegittimi i DPCM che stanno alla base degli ordini che vi vengono impartiti.
Più di tutti gli uomini delle Forze dell’Ordine hanno coscienza di quando un ordine è sbagliato, e in questo caso è evidente che:
- i piccoli imprenditori sono stati costretti a chiudere dopo che avevano ottemperato all’adeguamento sanitario imposto dal governo;
- la loro alternativa ora è disobbedire o sparire;
- è stato il governo che con i suoi DPCM, probabilmente incostituzionali, ma sicuramente confusi e irreali, ha spinto una classe sociale alla disperazione.
Il soldato, il poliziotto, l’uomo che veste l’uniforme, che riceve ordini e a sua volta li impartisce è chiamato a distinguere tra l’ordine giusto e quello palesemente ingiusto (foriero di tragedie), non infierisce su chi è disperato.
Uomini delle Forze dell’Ordine, quando, fra qualche mese, la situazione spingerà la gente a protestare nelle piazze, non sfoderate i manganelli, toglietevi gli elmetti, abbassate gli scudi e palesate benevolenza (non complicità) verso i manifestanti, i quali non protestano per un capriccio o per qualche mena ideologica ma per la loro dignità.
I ristoratori, i gestori delle palestre, i piccoli commercianti non sono dei criminali, sono solo vittime di un governo incapace che ha trasformato un’emergenza sanitaria in una devastante crisi economica, sociale e politica.
Le folle che si riuniranno in piazza per manifestare non saranno le stesse che vi siete trovati a fronteggiare nel recente passato e che manifestavano per far prevalere un’ideologia all’urlo di «camerata basco nero il tuo posto è al cimitero» o imbrattavano e tutt’ora imbrattano i muri con la scritta ACAB. No, questa volta la piazza sarà formata da padri di famiglia disperati e senza randelli, che reclamano il principale diritto costituzionale: quello del lavoro e della dignità, cancellati da una classe politica incapace.
Uomini delle Forze dell’Ordine, è vero che «sub lege libertas», è vero che «dura lex sed lex» ma è anche vero che «summum jus summa iniuria», e soprattutto è vero che gli ordini sbagliati, in quanto immorali, non si eseguono.
Uomini delle Forze dell’Ordine, rifiutatevi di farvi complici di chi è disposto a rinverdire le nefaste gesta di un Generale fellone chiamato Bava Beccaris.
Corrado Corradi*
*Colonnello (nella riserva) degli Incursori Paracadutisti